Dichiarazione di ignoranza

Sì, ebbene sì: siamo dei pericolosi “laicisti”, dei robespierri ignari che nel calendario si celebrano 365 giorni all’anno le nozze tra la natura e la storia, dei malnati che si turano le orecchie quando risuonano gli Stabat mater, i Requiem o le Passioni, che mai hanno sentito nominare Pascal, Kierkegaard e la mistica renana, che distolgono gli occhi dall’annunciazione di Simone Martini, dalla crocifissione di Grünewald e dalla deposizione di Giotto.

Ora, forti di questa confessione, potete elevare i vostri cuori nel giubilo pancreaturale ignorando la nostra miseria, consegnandoci alla nostra solitudine, deserta di scampanii e colombe e cioccolati oviformi. E tutti voi quanti siete, che non siete caduti nelle grinfie del “laicismo”, fatevi gli auguri, fateveli piovere addosso dalla TV, dal tiggì, da Bruno Vespa o da qualche altro erede della grande tradizione spirituale dalla quale la nostra ferale rozzezza ci ha esiliato.

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